Danilo Rea
Lost in Europe
Danilo Rea - pianoforte
VVJ 030 - Prodotto da Via Veneto Jazz
Ricercatissimo in ambito pop, sia nelle sale d’incisione che nei concerti dal vivo, Danilo Rea è da più di dieci anni il pianista di fiducia di Mina, collaborando inoltre con Claudio Baglioni e con Adriano Celentano. In ambito jazzistico debutta nel 1975 nello storico Trio di Roma, con Enzo Pietropaoli e Roberto Gatto, e collabora con il quintetto di Giovanni Tommaso, con Lingomania, con Pietro Tonolo, ma anche con Chet Baker, Lee Konitz, Bob Berg, Michael Brecker, Tony Oxley, Dave Liebman, Kenny Wheeler, John Scofield, Joe Lovano, Toots Thielemans, Aldo Romano e altri numerosi personaggi di spicco del panorama musicale jazz.
Con i “Doctor 3”, insieme a Enzo Pietropaoli e Fabrizio Sferra, ha inciso due dischi per la Via Veneto Jazz (“The Tales of Doctor 3”, premiato miglior disco di jazz italiano nel Top Jazz 1998 e “The Songs Remain the Same”, premiato miglior disco di jazz italiano da Musica & Dischi nel 1999); la formazione, vincitrice nell’ambito italiano del Top Jazz 1999, si è esibita in diversi concerti in Cina, a Umbria Jazz e nei maggiori Festival Jazz italiani.
Danilo Rea, la cui vera passione è sempre stata “il poter improvvisare dall’inizio alla fine”, sembra aver realizzato il proprio desiderio con il suo primo album in solo, “Lost in Europe”, pubblicato da Via Veneto Jazz nel mese di ottobre 2000. Il disco, registrato interamente dal vivo, è nato durante un tour di nove concerti tenuti dal pianista nei principali Festival d’Europa (da qui il titolo “perso in Europa”), “inviato” da Umbria Jazz quale rappresentante del jazz italiano. Rea ha personalmente registrato le proprie esecuzioni, ascoltate in seguito dal produttore di Via Veneto Jazz, Biagio Pagano, che ne ha proposto e curato la pubblicazione.
Negli otto brani dell’album Danilo Rea mette ben in luce la sua capacità, che era già stata delineata nei progetti di Doctor 3, di fusion tra jazz e “pop”, intrecciando in totale, ispirata libertà, le emozioni delle melodie note e meno note della musica “leggera”, con il supporto della sua virtuosistica tecnica strumentale che in questo album emerge con veemenza senza mai compiacersi di se stessa, ma attentamente a servigio della comunicazione con l’ascoltatore. I brani scorrono agevolmente ascoltando il tocco delicato del pianista, inseguendo i suoi pensieri tradotti in note e lasciandosi condurre dai flussi di emozione che l’artista trasmette. In conclusione, è questo un album che saprà parlare al cuore di tutti gli appassionati della musica, non solo jazz.